razionalizzazione e socializzazione (approfondito) SOCIOLOGIA

 

Ferdinand Tonnies ritiene che prima della nascita delle industrie non si possa parlare di società ma di comunità, un gruppo di persone ristretto unito da legami di vassallaggio e non da una divisione del lavoro come è oggi  nelle società moderne.
Questo legame stretto all’interno delle comunità facilita la nascita di coesione interpersonale, che ha poco in comune con il rapporto lavorativo che  si può instaurare con una figura dirigenziale.
A partire dal diciassettesimo secolo con l’introdursi del razionalismo e successivamente con l’avvento del positivismo si pone al centro della attenzione il singolo, mettendo in secondo piano i rapporti sociali con le altre persone.
Di conseguenza si inizia a diffondere l’idea che la facoltà umana di agire e di pensare razionalmente debba diventare un nuovo collante sociale.
Fu la rivoluzione industriale a rendere fertile il terreno per far sbocciare questi nuovi legami sociali, infatti, seguendo il pensiero di Durkheim, noto filosofo e sociologo francese, si passa da una solidarietà meccanica a una solidarietà organica, tipica della società industriale, il lavoro si specializza e  le persone svolgono attività differenti, questo comporterà il cambiamento di comportamenti che manterranno coesa la collettività.
Alla luce di ciò possiamo quindi affermare che la società moderna è basata sulla razionalizzazione e l’individualizzazione.
Questi due processi renderanno possibile lo sviluppo e l’evoluzione all’interno delle industrie.
la razionalizzazione comporta l’organizzazione delle varie attività umane collettive nella maniera più efficiente possibile, per conseguire risultati altrimenti irraggiungibili.
L’individualizzazione, invece, implica l’aumento della capacità di autodeterminazione dei singoli, ovvero un aumento delle libertà rispetto alle comunità a cui appartengono determinate tradizioni.
Frederick winslow taylor, ingegnere ed imprenditore statunitense, elaborò e teorizzò per primo un modo differente di lavorare, fondato sulla ragione e sulla scienza, infatti dopo la sua teoria si incominciò a parlare esplicitamente di organizzazione scientifica del lavoro.
Frederick si rese conto che per svolgere una determinata attività lavorativa è necessario fornire agli operai un addestramento adeguato, distribuire le mansioni, i carichi di lavoro e le responsabilità, distinguendo nettamente le figure direttive da quelle esecutive.
Ciò poteva avvenire scomponendo il processo lavorativo, individuandone le singole fasi. con questa  metodologia potevano essere studiate più facilmente e in modo più approfondito (le fasi), di conseguenza è stato possibile capire in che modo ottimizzare i tempi e limitare gli sprechi, organizzando al meglio l’intero processo produttivo.
Da quel momento numerosi aziende hanno incentrato i loro sforzi per razionalizzare il processo produttivo che successivamente si rivelò  molto efficace.
La razionalità ha un ruolo fondamentale, infatti, anche le organizzazioni burocratiche seguono una logica dettata dalla razionalità secondo lo scopo.
La burocrazia si ispira a criteri di efficienza, in questo modo lo stato moderno si dota di funzionari competenti e di gerarchie di comando al fine di governare in maniera efficiente e razionale un sistema assai complesso quanto sviluppato, con maggiore equità e giustizia rispetto a ciò che accadeva in passato nelle  monarchie assolute.
Oltre all’aspetto burocratico anche chi opera in campo economico è mosso dall’interesse personale di organizzarsi e di non agire casualmente, tenendo conto delle informazioni che ha a  disposizione per effettuare e mettere in pratica la decisione che ritiene  migliore.
La razionalità di un imprenditore si esplica attraverso il tentativo di prevedere le conseguenze delle sue scelte prese, e dato che in economia non ci sono certezze, chi opera sul mercato agisce razionalmente in condizioni di rischio.
Detto ciò possiamo soffermarci sulle caratteristiche della razionalizzazione.
In primo luogo la razionalizzazione si caratterizza per l’alto grado di formalizzazione delle procedure e dei linguaggi, ovvero, mettere per iscritto una determinata procedura in modo tale che chi si assicuri la possibilità di ottenere sempre il risultato desiderato.
Secondariamente un aspetto fondamentale della razionalizzazione è la pretesa di migliorare l’efficacia e l’efficienza delle azioni, raggiungendo gli obbiettivi prefissati con il minimo dispendio di energie e denaro; infatti nella società  moderna le scelte d’azione sono dettate da considerazioni di efficacia ed efficienza , a differenza delle società postmoderne in cui venivano messi in primo piano il rispetto della tradizione e la credenza superstiziosa.
In fine la razionalizzazione è un processo attraverso cui cresce il carattere impersonale delle azioni, in parole povere, l’indifferenza rispetto all’elemento umano, è l’uomo a doversi adattare alle caratteristiche della mansione che deve svolgere, secondo i principi della razionalizzazione.
Nella  società  moderna l’impersonalità è divenuta un carattere costante delle relazioni sociali.
Il secondo aspetto che caratterizza la società  moderna è l’Individualizzazione.
L’individuo è responsabile di ciò che fa perche cerca di affermare se stesso, l’idea che l’essere umano abbia delle responsdabilità delle proprie azioni; si pensa che questa corrente di pensiero prese vita nel rinascimento, accresecendo la convinzione che “l’uomo è artefice del propio destino”.
In passato erano le comunità a definire i punti di riferimento che  nel corso della vita avremmo seguito, ad esempio come comportarsi in determinate situazioni di gioia, delusione, sconfitta ecc.
Ma quando i legami di tipo societario prevalgono, l’individuo è costretto a pensare a se stesso  e a scegliere da solo il proprio destino.
Questo processo sociale, attraverso il quale gli individui acquisiscono libertà, si chiama individualizzazione, questo processo coincide anche  con l’autonomia morale,cioè, con la capacità di esprimere un giudizio personale che può distaccarsi dal pensiero condiviso della società.
Nella società moderna l’individuo è responsabile di ciò che fa, perché cerca di affermare se stesso, l’idea che l’essere umano abbia la responsabilità delle proprie azioni nasce nel rinascimento, accrescendo, dunque, la convinzione che “l’uomo è artefice del proprio destino”.
Bisogna però tenere in considerazione che in certe situazioni l’individualizzazione porta alcuni risvolti critici nella vita delle persone.
Di fatto la possibilità di autodeterminarsi benchè  sia un vantaggio può divenire un peso.
Autodeterminazione significa anche solitudine e mancanza di riferimenti certi, perché compiere sbagli e sopportarne da solo le conseguenze è più difficile di seguire gli usi e costumi di una determinata comunità.
Alcuni studiosi come Zygmunt Bauman ritengono che la società crei nuove forme di disuguaglianza tra chi ha le risorse per gestire la propria libertà e chi non le ha, ad esempio la possibilità di scegliere un determinato percorso di studi oppure l’occasione  di frequentare persone di un certo ceto sociale più o meno elevato.
La difficoltà di gestire un esigenza individualizzata produce quel fenomeno chiamato dei sociologi individualismo, non è semplicemente l’individualizzazione ma una sorta di malattia dell’individuo.
alcuni aspetti dell’individualizzazione sono addirittura paradossali, nonostante si cerchi di vivere una vita improntata sulla libertà si può subire un processo di omologazione, lo conferma per certo il mondo dei consumi.
l’unico modo per spiegare questo processo paradossale è con la nascita di una società di identici  chiamata standardizzazione, in questo  modo le istituzioni sono in grado di controllare una complessità sociale sempre crescente.
Furono dunque questi aspetti a creare la società di massa, Per società di massa si intende una società in cui le masse hanno raggiunto la ribalta sociale aggiudicandosi diritti e possibilità che in passato erano riservate ad una minoranza. 
La società di massa prende vita quando si estendono a tutti gli strati sociali privilegi e diritti fondamentali.
Tra questi diritti distinguiamo una disponibilità economica superiore alla semplice sussistenza, l’istruzione e la partecipazione politica.
La disponibilità economica si diffonde gradualmente dopo l’industrializzazione dopo svariate lotte sindacali per i diritti dei lavoratori.
L’istruzione divenne un bene di tutti dopo la diffusione dell’obbligo scolastico e con la diffusione delle scuole.
Infine la partecipazione politica è una conquista graduale delle democrazie moderne, che con l’introduzione del suffragio universale è stato riconosciuto ad ogni persona il diritto di voto indistintamente dal sesso o dall’orientamento politico o di pensiero
Ne consegue che d’ora in avanti le scelte politiche culturali di un paese dipenderanno dalla collettività e non, come è stato in passato, da un gruppo di elite.

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